Materie prime alle stelle e conseguente battuta d’arresto per l’economia.

L’allarme viene da Confagricoltura e riguarda tutti gli aumenti in atto.

L’Italia ha il grande problema di dover importare il 73,4% dell’energia consumata, con valori del 93% per il solo gas, e le rinnovabili che arrivano soltanto al 20% del fabbisogno.

Confaricoltura individua nel biometano la possibilità di rendersi autonomi,per contribuire alla transizione energetica ed alla decarbonizzazione.

Valorizzando il comparto agricolo come produttore di energia verde.

Anche  diminuendo le importazioni di metano per le aziende agricole.

Negli ultimi due mesi per trasportare i prodotti ortofrutticoli di prima, IV e V gamma da un’azienda associata alla Confederazione, dalla Piana del Sele fino ai mercati del Nord Italia e in Germania i costi di trasporto sono cresciuti del 20%, del 30% per gli imballaggi in cartone e del 40% per le buste d’insalata.

Basti pensare che rispetto ad un anno fa il costo dell’energia elettrica è aumentato del 365% quello del petrolio del 248% e quello del gas naturale del 545%.

Per non parlare dei costi dei normali fattori di produzione, come fertilizzanti e fitosanitari, tutti anelli di una catena che tende sempre e comunque a trasferire i costi nel portafoglio degli agricoltori.

Sono cifre davvero impressionanti e difficili da sostenere, soprattutto per un mercato in ripresa.

Gli aumenti dei costi di produzione provocheranno un inevitabile aumento dei prezzi di vendita, verso una platea già indebolita dallo stop prolungato dovuto alla pandemia.

Si deve agire velocemente con politiche a salvaguardia della competitività, conclude Confagricoltura.

 

Impennata dei costi delle materie prime

Aumento costi materie prime