Reti antigrandine, grandine e difesa attiva delle colture: anche se siamo nel pieno dell’estate, è un argomento tutt’altro che accantonato.

Dopo il violento temporale che si è abbattuto sull’Appennino, e le trombe d’aria che hanno provocato danni ancora non quantificabili sull’Adriatico, ci si interroga con crescente preoccupazione su come difendere le coltivazioni dalle bizzarrie del tempo.

Tra i migliori strumenti di difesa riconosciuti, al primo posto troviamo le reti antigrandine, unico ed efficace metodo in grado di salvaguardare il raccolto.

Ad avallare questa tesi è Federico Antonioli, Coordinatore dell’area divulgativa Centro Meteo Emilia Romagna, in un articolo di ieri di Bologna Today.

Anche la Regione Piemonte, del resto, riconoscendo la valenza difensiva di tali dispositivi, aveva aperto un bando (D.D. 229 del 14 marzo 2019) per il finanziamento di impianti di protezione con reti antigrandine.

Azione volta a sostenere la redditività delle aziende agricole di fronte alle avversità atmosferiche e alle calamità naturali, operando sulla prevenzione dei rischi.

Il forte maltempo di questi giorni riporta alla ribalta l’innegabile dato di quanto il clima stia cambiando.

Le temperature aumentano, i regimi delle precipitazioni si modificano, gli eventi meteo straordinari sono sempre più frequenti, i ghiacciai e la neve si sciolgono, il livello medio globale del mare è in aumento.

Si è osservato anche un aumento delle concentrazioni di gas a effetto serra a causa delle emissioni provenienti dalle attività umane.

Quello agricolo è uno dei comparti che sta risentendo maggiormente di tutto questo.

In questo scenario di non semplice individuazione ed attuazione di metodi infallibili, le reti antigrandine rappresentano senz’altro un prezioso alleato.

 

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