L’agricoltura oggi è sempre più incentrata sul concetto di protezione: in primo luogo dagli insetti di nuova e recente introduzione.

Noi, che della protezione abbiamo sempre fatto il nostro punto focale, siamo convinti che sia senza dubbio l’obiettivo più importante da raggiungere.

Attualmente si parla senza finti allarmismi di “flagello cimice asiatica”, ma non solo: le elevate temperature hanno favorito una serie di fitofagi quali la tignoletta della vite, la carpocapsa, la mosca dell’olivo.

Nelle province di Sondrio, per esempio, assistiamo ad un insetto che ha sempre più “affinato” le sue tecniche di attacco.

La cimice ama il fondovalle, in modo più preoccupante le zone frutticole, ma non si scoraggia davanti ai conoidi, salendo fino a 500-600 metri.

Nonostante prediliga le zone a vocazione frutticola, non disdegna piante ornamentali e spontanee di aree verdi private e pubbliche, quali ibisco, fiori di buddleia, edera.

Attacca giardini in cui ci siano alberi di pero, melo e pesco.

A tutto questo si aggiunge il problema che l’insetto “punge la frutta quando non è ancora matura”, ma i danni si notano solo in seguito.

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Alla Lombardia si affianca il Veneto: la piaga della cimice asiatica rischia di affossare un settore ortofrutticolo che in Veneto garantisce 20.000 posti di lavoro e ha un valore di 800 milioni, a cui si aggiunge l’indotto.

Migliaia di aziende agricole minacciano, infatti, di estirpare i frutteti, dove le perdite vanno dal 40 al 100% della produzione, se non si troveranno soluzioni veloci ed efficaci.

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L’Emilia Romagna, dal canto suo, rincara la dose affermando che il problema cimice non è solo un problema agricolo, ma anche economico e sociale.

Nicola Dalmonte, presidente Coldiretti Emilia Romagna e Coldiretti Ravenna, chiede a gran voce debite coperture dallo Stato, con un’azione di sensibilizzazione istituzionale coordinata e di filiera.

Strumento ad oggi realmente efficace a tenere fuori questa minaccia restano le reti di protezione.

L’ampia gamma di prodotti da noi proposta rappresenta  un valido strumento per la difesa delle colture.

A seconda dell’esigenza, infatti, si può optare per reti a maglia < 0,24  come la rete Antiafide 20/10 o con un’apertura della maglia di 1 mm2 come la Monotex 50, proposta per il controllo della Tuta Absoluta e della Drosophila Suzuki, fino alle reti antigrandine fotoselettive Iridium® (maglia 2,4 x 4,8).

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