La cimice asiatica è balzata tristemente alle cronache per i gravi danni che è in grado di causare alle colture.

Questa tipologia di insetto, infatti, si nutre perforando in profondità i tegumenti dei frutti, provocando imperfezioni oppure necrosi.

Gli attacchi causano gravi deformazioni ai frutti che risultano non più commercializzabili, con perdita, in alcuni casi, anche dell’intera produzione.

Coltivatori di melo, pero o pesco, per citarne solo una parte, guardano con preoccupazione al loro futuro e cercano ansiosi una soluzione valida.

Dai giornali arrivano notizie preoccupanti sulla sua rapida diffusione, trattandosi di un insetto difficile da contenere.

Questo a causa dell’elevata polifagia e della notevole mobilità, che rende poco efficace anche la lotta chimica.

E’ di questi giorni la notizia del quotidiano Freshplaza (Articolo) che il Senato ha concesso il primo via libera all’introduzione della vespa samurai, unica risorsa “naturale” che sembra possa contrastarne il ciclo vitale.

Il Governo, da parte sua, si impegna a monitorare il suo inserimento sul territorio nazionale e a controllare lo stato dell’emergenza fitopatologica.

Ma il lavoro di questo insetto antagonista deve essere supportato anche da validi strumenti di difesa, in grado di controllare gli attacchi della cimice asiatica sui frutteti.

Un articolo della rivista Agronotizie include le reti tra i quattro più efficaci metodi per difendere le colture.

Come maglia ideale viene individuata una 2,4 x 4,8, la stessa delle reti antigrandine fotoselettive Iridium.

Ciò le rende adatte a contrastare il fitofago di dimensione ridotta, ovvero nelle prime fasi in cui diventa volatile.

Di seguito slide riassuntiva dei risultati ottenuti

(Progetto LiFe+SusaFruit in collaborazione con Università di Torino e Università di Zagabria)

 

Segue l’articolo

Agronotizie