Agricoltura e salvaguardia della Terra.

Perché oltre al degrado ambientale, c’è un problema forse ancora più grande.

Ormai da tempo non abbiamo più a che fare con semplice maltempo, ma con vero e proprio cambiamento climatico.

Per risanare il Pianeta, c’è anche la necessità di convivere con i suoi effetti ormai innescati.

Dalle grandinate su Roma e nel Salento, con danni a ortaggi e frutteti, alla neve in Sardegna.

Dal gelo che nel Savonese ha messo a rischio la produzione di miele d’acacia, al freddo che nel Ravennate ha provocato danni per circa 220 milioni di euro.

In Veneto, invece, è stata azzerata la produzione di pesco e albicocco e in queste ore si contano perdite per 300 milioni.

Tutto questo, mentre la pioggia è arrivata come una manna per le campagne lombarde in siccità da due mesi.

E gli scienziati ci dicono che gli interventi di mitigazione in atto sono necessari, ma nei prossimi anni il trend negativo peggiorerà.

Da questo dipende il futuro della Terra (e di chi la abita).

“Restore Our Earth”: “Ripristiniamo la nostra Terra”,

Questo lo slogan per sottolineare la necessità di preservare gli equilibri ambientali minacciati e ripristinare la naturale bellezza dell’ ecosistema globale.

E le imprese agricole, nella gestione e nella salvaguardia della terra, rivendicano la loro responsabilità, e ruolo primario.

“Le imprese agricole e forestali – sottolinea Confagricoltura, – hanno l’orgoglio di essere parte attiva e responsabile di questo percorso.”

Più del 65% della superficie italiana è affidata alla loro gestione.

La superficie agricola utilizzata è di 12,8 milioni di ettari (42% della superficie nazionale), quella forestale è di quasi 11 milioni di ettari (il 36% della superficie nazionale).

L’agricoltura prosegue il percorso sulla sostenibilità, con il supporto delle innovazione tecnologiche (agricoltura di precisione, economia circolare), con conseguente riduzione di fitofarmaci e di fertilizzanti di origine chimica.

Sono diminuite le emissioni in atmosfera.

Difatti, secondo l’ultimo rapporto ISPRA, dal 1990 al 2019 l’agricoltura ha ridotto le emissioni di ammoniaca di circa il 25%, quelle di gas serra del 17%, mentre quelle di PM10 del 30%.

“Sono dati incoraggianti – evidenzia Confagricoltura – che rivelano l’importanza di proseguire su questa strada, insieme a tutta la filiera ed al mondo scientifico.”

La crisi pandemica ha evidenziato la stretta relazione che c’è tra la salute della Terra e quella delle persone.

L’agricoltura intensiva, la monocoltura, l’uso di diserbanti e concimi chimici di sintesi sono tra gli elementi che più impoveriscono il terreno.

Il ruolo dell’agricoltura resta al centro del processo.

Attraverso la legge sul clima, l’Europa si impegna a condividere con tutti i settori, tabelle di marcia specifiche per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050.

 

Centinaio: dalla giornata della Terra alla giornata dell’agricoltura

il fatto quotidiano_Giornata della terra

Terra e vita_ la terra